Se tanto ottien laggiù l'egregia donna
Lieta a bastanza ella ne sia
Virtute di quanto a lei si dee vassi contenta
E se più vuol, con il peccar d'orgoglio
Cessa d'esser virtute, abbia la bella
Fra l'eroine il primo grado e 'l primo
Infra le belle onde la terra è adorna
Giusto di Cintia è 'l voto, immago altera
Resti colà del bel divino e in essa
Vegga l'occhio mortal, come in idea
Ciò che torbido e fral mirar non puote
Non mi oppongo, ma ch'essa a' suoi applausi
Pretenda d'impegnar le sfere e gli astri
E a quel di Citerea suo merto adegui
Marte nol soffrirà quando ella ottenga
Di poter gareggiar con la mia diva
Vorrà farsi maggior, so quale è 'l fasto
Della mortal bellezza
La seduce l'applauso, amor l'incanta
E l'inganna il piacer, sì che in brev'ora
Sovrumana si crede e tal si vanta