Ben cedi, o Cintia, a quella
Donde, qual da bel fior, nobile frutto
Si attende e si desia. La prisca etade
In Atene già sacro a me lo vide
Ed in Roma a te sacro: or si permetta
Che fia sacro a colei
Questo mese felice
O chiaro mese!
Non perché nel tuo corso
O di Giove la mensa in sul Tarpeo
O sul Nilo talor d'Iside il pianto
O di Sparta co' voti il cielo amico
Si celebrò, ma perché accogli e serri
De' tuoi giorni nel giro il dì che illustre
Fassi da tal regnante
Io, che ben veggo
Tutta in gioia la terra
Qui contento mi arresto
Perché intanto posando
Il cocchio mio d'eterna luce adorno
Più lungo sia del comun gaudio il giorno