La calunnia è un venticello
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra
sottovoce, sibilando
va scorrendo, va ronzando
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza
a poco a poco
vola già di loco in loco
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone
un tremuoto, un temporale
un tumulto generale
che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato
avvilito, calpestato
sotto il pubblico flagello
per gran sorte a crepar.