E via, buffone, e via, buffone, non mi inseccare !
Non ho padrone, non ho padrone, non vorrei stare !
Sentimi, amico !
Vuoi andarvi, dico !
Ma che t 'ho fatto ? Che vuoi lasciarmi ?
Oh, niente ho fatto, quasi ammazzarmi !
Va' che sei matto, va' che sei matto, matto, matto, buh, per burlare !
E io non burlo, e io non burlo, burlo, burlo, ma voglio andare !
E io non burlo, sentimi, amico !
Va' che sei matto, va' che sei matto, matto, matto, matto !
Non vorrei stare, no, non vorrei stare !
Va' che sei matto, va' che sei matto, matto, matto, matto !
Sì, voglio andare, sì, voglio andare !
E io non burlo, e io non burlo, non vorrei stare !
Va' che sei matto, va' che sei matto, burlo, burlo, burlo, ma voglio andare !
Signore !
Vieni qua, facciamo pace, prendi !
Cosa ?
Quattro doppie !
Oh, sentite, per questa volta ancora la cerimonia accetto,
ma non vi ci appezzate, non crediate di sedurre i miei pari,
come le donne, a forza di danari !
Non parliamo più di ciò, ti basta l 'animo di far quel che io ti dico !
Purché lasciam le donne !
Lasciar le donne ? Pazzo, lasciar le donne !
Sai che le per me sono necessarie, più del pane che mangio, più dell 'aria che espiro !
E avete cuore di ingannarle poi tutte ?
E' tutto amore, chi a una sola è fedele, verso l 'altra è crudele.
Io che in me sento si esteso sentimento, vo' bene a tutte quante.
Le donne, poi che calcolar non sanno, il mio buon natural chiamano inganno.
Non ho veduto mai naturale più vasto e più benigno.
Orsu, cosa vorreste ?
Odi, vedesti tu la cameriera di Don Elvira ?
Io ? No.
Non hai veduto qualche cosa di bello, caro il mio leporello ?
Ora io con lei vo' tentare la mia sorte, ed ho pensato,
già che siamo verso sera, per aguzzarle meglio l 'appetito,
di presentarmi a lei col tuo vestito.
E perché non potreste presentarvi col vostro ?
Han poco credito con gente di tal rango, gli abiti signorili, sbrigati, via !
Eh, signor, per più ragioni...
Finiscila ! Non soffro opposizioni !