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L'avventura di due sposi

Murubutu/Carlo Corallohuatong
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بول
ریکارڈنگز
(Eh)

(Ah-uoh, uoh-oh-oh-oh)

Queste case sono tasti di un pianoforte

Nate a caso sull'asfalto dopo la notte

Queste strade sono manti di storie e poi

Poi, poi, poi (manchi tanto anche se, se, se, se)

Disegno strade con la matita

Noi che abitiamo in una clessidra

Ci dividiamo la stessa riva

Semino passi con cui torno a te

Sai che vorrei restare qui

Mi manchi tanto anche quando ci sei

Il cielo è un velo nero liscio e curvo, grigio eburneo

Un filo azzurro sfida il fumo in questo fine autunno

Il sole tarda, si alza zitto e furbo fino al punto

Arturo guarda l'alba e stacca a fine turno

Ora lui lascia l'officina, viaggia sopra a un tram

Tutto passa al finestrino, cambia la città

La metropoli da oceano deserto

Si increspa ad un cenno, il regno in vetro e cemento

Si addormenta mentre corre sopra a quei binari

A volte i ponti e i marciapiedi sembrano parlargli

A volte torri e grattacieli sembrano passanti

Vuoti immensi, drammi in pochi metri quadri

Cadono foglie, Arturo a casa lascia fuori il mondo

Là passa solo un soffio e l'aria sfiora il sonno

Chiude la porta e lui la chiama, il suono le entra in sogno

Posa la borsa, lui la bacia e le accarezza il collo

Lei si sveglia, poi l'abbraccia, amore, è già in ritardo

Lei si sveste, intanto parla, mentre lui contrario

Frasi in bagno mentre passano i saponi

Dette piano come avessero un sapore

Prende le scale, lui la vede fino al marciapiede

Poi la segue sul binario anche se non la vede

Dentro al letto freddo il cuore fruga con il piede

Ritrovare il suo calore è quasi stare insieme

Disegno strade con la matita

Noi che abitiamo in una clessidra

Ci dividiamo la stessa riva

Semino passi con cui torno a te

Sai che vorrei restare qui

Mi manchi tanto anche quando ci sei

Ah, ehi, Elide, una stazza esile

Una stanza in cui risulta essere

Colei che imbusta in una industria tessile

Quando esce lei, la luna sale, si inginocchia il sole

Non si tratta di sottomissione, è più una proposta nuziale

Là dove il braccio delle ruspe voraci

Su case rustiche e borragini

Ne ha fatto giusto ruderi e voragini

E di campi floreali coriacei

Per le fornaci marroni di mattoni forati

Lui prepara la tavola, tenuta in soggiorno

Mentre sogna il soggiorno in una tenuta giù a Tavolara

O più lontana da quei cieli cinerei, ginepri neri

Verso i cervi tra i ciliegi verdi e i cedri cileni

In certi momenti lei lo odia finché (finché) non le rivolge la parola

E subito riavvolge la panoplia

Poi si sfiorano, ma hanno soltanto il tempo di un caffè

Il seno e il sesso restano cose che iniziano con "se"

Lei si getta su una metà del letto (letto)

Mentre l'altro si riveste in tutta fretta come al metal detector

Con la bicicletta in mano controlla il cambio Shimano

E dopo il rito sciamanico i suoi piedi sciamano al freddo

È la Repubblica fondata sul lavoro mica sull'amore

Toglie l'affetto e lascia solo il profumo

E quando progettano passioni

Gli amici, gli amanti, gli sposi lei li riporta all'articolo uno

Disegno strade con la matita

Noi che abitiamo in una clessidra

Ci dividiamo la stessa riva

Semino passi con cui torno a te

Sai che vorrei restare qui

Mi manchi tanto anche quando ci sei

(Ah-ah-ah)

(Oh-oh-oh-oh)

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